martedì 4 dicembre 2012

Un importante evento formativo in occasione del rilascio dei nuovi ambienti per Nòlian All In One.


Il 29 Novembre 2012 Softing ha presentato ai propri clienti i nuovi ambienti progettati per la piattaforma All In One nell'ambito di un incontro di aggiornamento dal titolo:

All In One: Vulnerabilità ed adeguamento di strutture esistenti in cemento armato e muratura anche con l'ausilio di materiali fibrorinforzati .”

I nuovi ambienti, oggetto della presentazione, sono stati:
  • WallVerine : verifica murature a seguito di analisi dinamica lineare
  • Donjon : dalle pareti agli elementi inflessi
  • FibRePower : strutture esistenti in calcestruzzo armato e muratura fibro-rinforzate
Sono stati messi in evidenza i punti di contatto e le relazioni tra gli ambienti WallVerine e Donjon nonché tra ExSys, WallVerine e FibRePower. E' stata, quindi, colta l'occasione per ripresentare anche i due ambienti rilasciati nel primo semestre 2012 e cioé:
  • Quarmon : verifica della resistenza al fuoco
  • ExSys : verifica degli edifici esistenti.
L'evento ha rappresentato per i partecipanti non solo un'occasione di aggiornamento informativo ma anche di formazione ed ha visto la presenza di più di 70 professionisti del settore, molti dei quali hanno al loro attivo veramente tanti anni di proficua collaborazione con Softing in un ruolo che spesso è quasi più di partners che di clienti. A testimonianza di ciò verranno a breve pubblicati sul sito www.softing.it, dei Case History, raccolti anche in occasione dell'evento, e dei quali Softing va, come sempre, particolarmente orgogliosa dal momento che rappresentano gli esempi più evidenti della solidità tecnico-scientifica delle proprie soluzioni.


La giornata è stata introdotta dall'Arch. Roberto Spagnuolo il quale ha argomentato le scelte di carattere scientifico, tecnico e strategico che hanno orientato lo sviluppo dei nuovi prodotti che sempre più costituiscono una risposta professionale e specialistica alle esigenze progettuali di un mercato in continua evoluzione soprattutto dal punto di vista normativo.

La mattinata è stata poi dedicata all'illustrazione teorico-pratica dei nuovi prodotti da parte dell'Ing. Giuseppe Pascucci e dell'Ing. Francesco Canterini. La partecipazione attenta e attiva da parte dei presenti che hanno interagito formulando domande di approfondimento e proponendo dei casi esemplificativi, ha fatto sì che l'evento si svolgesse in modo interattivo e si rivelasse, di fatto, arricchente per tutti anche per Softing che ha potuto raccogliere, in tempo reale, del feedback prezioso da parte dei propri clienti. 


Il pomeriggio è stato ulteriormente arricchito da un interessante intervento del Prof. Ing. Luciano Feo, Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università degli studi di Salerno e dell'Ing. Antonella Giordano, Assegnista di ricerca presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Salerno, i quali hanno illustrato gli aspetti teorici e normativi relativi all'uso di rinforzi FRP. Il Prof. Ing. Luciano Feo fa parte della commissione che ha redatto le istruzioni CNR su FRP e l'Ing. Antonella Giordano svolge attività di ricerca sui calcestruzzi fibrorinforzati nell’ambito del “Consorzio per la ricerca sperimentale nel settore della produzione di calcestruzzo e materiali affini” (COREUS), operante nell’Ateneo dal 2006.


In sintesi, quindi, il seminario ha rappresentato un'ottima occasione di confronto di idee, di arricchimento culturale e scambio di riflessioni sui temi caldi del settore, sia in relazione alle nuove normative sia alle prospettive del mercato della progettazione ingegneristica e antisismica in particolare.

Per avere maggiori informazioni sui nuovi prodotti potete visitare il sito www.softing.it . I nuovi ambienti verranno rilasciati nel mese di dicembre 2012 unitamente alla versione EWS 37 di Nòlian All In One.

Nòlian All In One è un marchio registrato Softing Srl.

M.Laura Baronti Marchiò, Divisione Marketing, Softing Srl

venerdì 28 settembre 2012

Editoriale Settembre 2012

Crisi o non crisi, siamo al posto di combattimento a tradurre nello stile Softing (potenza, flessibilità, eleganza) nuove esigenze sia professionali che di normativa. Infatti l'architettura All In One ha consentito in poco tempo di realizzare nuovi fondamentali ambienti:

Quarmon, resistenza al fuoco
ExSys, verifica strutture esistenti in calcestruzzo
Donjon, dalle pareti agli elementi inflessi - Novità
WallVerine, verifica a seguito di analisi dinamica lineare - Novità
FRP, strutture in calcestruzzo fibro-rinforzate - Novità

I primi due ambienti sono già stati rilasciati, gli ultimi tre lo saranno con EWS37 che vedrà la luce, secondo i piani, entro Novembre di quest'anno. Qualche informazione in più su questi nuovi ambienti, la trovate qui di seguito. Per maggiori informazioni tecniche vi invitiamo a visitare il nostro sito www.softing.it

Ci tengo a sottolineare che la mossa delle regioni di adottare differenti, farraginosi e costosi metodi di deposito dei documenti, non mi piace affatto e, con i soldi che sono costati si poteva far di meglio, di più e magari anche consultando le software house che questo lavoro lo fanno ormai, ahime, da trent'anni. A questo proposito segnalo l'articolo disponibile sul web, dello stimato amico, Paolo Rugarli (“La valiunzione del calcolo strutturale. Una nuova tipologia di validazione”), che è un capolavoro. L'articolo intendo, non Paolo che invece ha un caratterino che il mio, notoriamente irsuto, al confronto pare quello di un educanda. Ma ci vogliono tipini al peperoncino come noi per dar sapore soprattutto a questo ambiente di proni conformisti. Bravissimo Paolo!

Questa mancanza di coordinamento e poca volontà di dialogo da parte delle istituzioni nei confronti delle software house, ci ha portato, come già detto in altro post, alla decisione di uscire da AIST. Dopo due anni di aspettative disattese, ci è stato impossibile non manifestare la nostra delusione dissociandoci da un organismo nel quale abbiamo comunque creduto fortemente dal momento che siamo assolutamente convinti che solo attraverso il dialogo e la collaborazione fattiva sia possibile arrivare ad una soluzione ottimale dei problemi che affliggono il mondo della progettazione e a formulare norme che non siano di ostacolo ma bensì di ausilio a chi giornalmente si confronta con essi.

La normativa senza un software che ne faciliti l'applicazione e la verifica, rischia di essere inutile. Ci spiace notare che, viceversa, chi fa software non viene tenuto nella giusta considerazione quando si tratta di prendere decisioni che hanno un forte impatto sull'ingegneria.

Ma veniamo alle NOVITA' che si prospettano in casa Softing per questo finale d'anno.

Donjon

Chi indovina l'origine del nome, vince una felpa con sopra il gatto Silvestro. A parte gli scherzi, si tratta di un ambiente che ricorda un po' (vi aiuto) il convitato di pietra, quello cioè che non si è accorto che esistono gli elementi finiti bidimensionali e che negli ultimi trent'anni sono divenuti affidabili e pratici, e, amando la tradizione soprattutto per inerzia mentale, ha deciso di riportar tutto ai bei tempi antichi della sua giovinezza. Alla faccia cioè di conservazione delle sezioni piane, di buchi e buchetti che spuntano come funghi nelle pareti ove uno meno li vorrebbe, e che, con ferrea decisione, vuole che esse si comportino come la ben ritta ed obbediente trave inflessa. Obbedisco! pare di sentir dire. Ed obbediamo, quindi, con questo ambiente che, assegnata un'area, integra pazientemente le tensioni dei soggiacenti elementi finiti piani per tirarne fuori degli sforzi graditi al modello della trave. Ciò fatto, sostituito un rettangolo con un segmento, tale segmento può essere usato in EasyBeam per le verifiche di legge delle pareti-pilastro, oppure nel nuovo ambiente denominato WallVerine, che vedremo subito qui sotto.

WallVerine

Poiché la normativa ormai è come i sacri testi che non ci portano alla salvezza terrena ma almeno ci danno la speranza di una serena vita futura, citiamo il sacro testo che dice che le murature possono egregiamente essere analizzate tramite un'analisi dinamica lineare. Ciò fatto, integrate se occorre le tensioni per avere un più elegante modello filiforme nell'ambiente DonJon, si passa a verificare i segmenti con le regole date dalla normativa. Questo metodo era già stato implementato in EasyWall, ma ora è racchiuso in un ambiente tutto suo che garantisce assegnazioni agevoli, rappresentazioni grafiche e stampe dedicate.

Il metodo funziona piuttosto bene e ne sono testimoni tutti coloro che l'hanno utilizzato in EasyWall e che , di fatto, ci hanno convinto a fare questo passo. Va detto che l'approccio DonJon, non costringendo a costruire un incerto “telaio equivalente”, ma, definendo delle aree da sottoporre a verifica, è molto più sereno ed affidabile.

Per chi si chiedesse che fine ha fatto, nel frattempo, l'analisi pushover, possiamo dire solo che si è persa nei meandri della sua stessa labirintica natura senza lasciar dietro di sé neanche quei sassolini che salvarono, se non sbagliamo, Pollicino. Fuor di facezia, per chi come noi, ha sempre usato metodi non lineari perché, per chi fa questo lavoro, sono una bella sfida, troviamo incredibilmente superficiale che nella norma si sia enfatizzato un metodo tutt'ora sperimentale, instabile, i cui risultati non sono agevoli da interpretare, il cui modello è difficile da sintetizzare e influisce grandemente sui risultati. Se si ha un programma "blindato", di questa inaffidabilità non ci si può rendere conto, se si ha un programma flessibile come All In One il discorso cambia. Comunque, per chi volesse "giocare", può assemblare in Earthquake Engineering due elementi di contatto agli estremi di una trave e provare. Buon lavoro.

FRP

E' un po' come la famosissima Zazà resa immortale dal grande Nino Taranto: come fa Zazà senza Isaia? Metaforicamente Isaia è FRP e Zazà è ExSys. Ciò significa che una volta stabilito con ExSys che una struttura esistente va rinforzata, FRP consente di farlo con rinforzi in fibre o placcaggi e incamiciature in acciaio. L'argomento è piuttosto noto per cui dilungarsi non è necessario. L'interfaccia ovviamente è quella standard di All In One e si possono rinforzare gli elementi a taglio ed a flessione, ed i nodi sia a taglio che per la spinta delle tamponature. Vi sono inoltre interessanti e sofisticate funzioni quali il dominio di interazione flessionale o il diagramma momento-curvatura, basate sul modello fisico del problema per cui sono in grado di mettere a confronto gli andamenti con o senza rinforzo. Anche la deformabilità è ottenuta per integrazione delle curvature per cui è accurata ed interessante nelle possibilità e nella formulazione.

Conclusione

Parafrasando Eduardo De Filippo, aggia passa' 'a crisi! L'obiettivo è di consentire sia a voi che a noi stessi di non restare indietro cogliendo delle opportunità tecnicamente molto interessanti che stiamo cercando di rendere appetibili anche dal punto di vista economico.

Buon lavoro a tutti !

Arch. Roberto Spagnuolo, Amministratore Unico, Softing Srl

lunedì 9 luglio 2012

Softing esce dall'AIST



Riconosco ad Adriano Castagnone, presidente dell'AIST, la capacità di aver tentato l'impossibile: coagulare cioè le software house che operano in ambito tecnico.

Purtroppo la specificità di queste aziende e la loro stretta appartenenza al “sistema ingegneria” con tutte le sue contraddizioni, rende impossibile questo coagulo benché ce ne sarebbe una estrema necessità.

Però, se si deve sempre riconoscere il merito di chi si è prodigato per tentare strade pur difficili, si devono anche saper riconoscere i fallimenti che, nel caso specifico, non sono dovuti né al direttivo dell'AIST né ai soci, ma alla debolezza del mondo dell'ingegneria con la sua, in sintesi, mancanza di generoso ampio respiro.

Ora l'AIST, che pur tanto ha fatto per dialogare con le istituzioni, non è riuscita a mio avviso ad ottenere alcun risultato: la recente bozza di revisione della normativa non ha recepito neanche una delle osservazioni portate dall'AIST per ottenere una maggior chiarezza che potesse portare ad una miglior informatizzazione.

Le software house non devono cercare di entrare in un sistema clientelare, ma devono ad ogni costo restare indipendenti perché si occupano di problemi tecnico-scientifici e non burocratici e quindi hanno una strada maestra che non può e non deve scendere a compromessi. Eppure oggi le softwarehouse in questo settore sono strategiche, ma poiché sono indipendenti non le si VUOLE considerare. Questo l'AIST avrebbe dovuto con fermezza affermare.

La nascita del SIERC in Calabria e tra breve nel Lazio di un'analoga ma ovviamente diversa procedura, è una sciagura per i progettisti che chiederanno la soluzione alle software house le quali, in questo periodo, non possono obiettivamente, investire per realizzare 20 diversi sistemi di comunicazione con la pubblica amministrazione. Ovviamente non si cerca la strada maestra e cioè coinvolgere chi da anni fa software per ingegneria, ma si cercano altre strade. Questo AIST lo avrebbe dovuto denunciare con fermezza.

Quindi si assisterà al solito “dumping” cioè a quel “gioco” in cui le software house, essendo per la quasi totalità amministrate da persone che fanno anche la libera professione di progettisti, da questo ambiente prendono l'insana capacità di deprimere il mercato, di giocare al ribasso e sostanzialmente di farsi male da sole.

Questo io volevo dall'AIST: la manifestazione dell'orgoglio del nostro lavoro, non l'appiattimento su posizioni morbidamente concilianti che si esplicitano nella facciata di “congressi” totalmente inutili se non dannosi. Credere che gli esponenti delle istituzioni che partecipano ad un nostro congresso diano una luce che ci illumini agli occhi dei nostri clienti vuol dire manifestare la certezza che di luce propria non si possa proprio brillare. Questa non è la convinzione di Softing.

Purtroppo ho anche dovuto constatare che in AIST, salvo le ovvie naturali eccezioni, non vi è istituzionalmente quella formazione informatica che ci si aspetterebbe. La “validazione”, ad esempio, punto focale del problema di una informatica legata ad una normativa-legge, su questo punto è stringente benché confusa ed esula dagli obiettivi dell'AIST.

Francamente ho sempre rifuggito le facili ribalte, soprattutto se partecipate da esponenti istituzionali perché non credo che oggi vi possa essere un dialogo. Ormai lo Stato è ridotto ad un'entità astratta con la quale, quasi per definizione, il dialogo è impossibile. Chi è lo Stato? Con chiunque parlerete tra coloro che lo rappresentano vi sarà sempre un'entità superiore che lo deresponsabilizza fino ai vertici massimi che rimbalzano in giù la palla perché sono troppo in alto per sapere. Quindi lo Stato non c'è, e dialogare con un'entità che non c'è non mi pare dimostrazione di sanità mentale a meno che non si voglia entrare a far parte del gioco, dei palleggiatori intendo, ma questo non è il mio stile, non è lo stile della Softing né, credo e spero, quello dell'AIST.

Pertanto, se dopo due anni di nostra permanenza nell'AIST non vi è stato alcun progresso né di dialogo con le istituzioni né di maggior coinvolgimento di altre software house, io credo, pur con il massimo onore delle armi, sia opportuno e dignitoso ammettere il fallimento.

Noi, comunque, ci abbiamo provato ed abbiamo anche partecipato con entusiasmo ed attivamente. Questo è quel che conta.

Auguri, in ogni caso, all'AIST per il successo che meriterebbe.

Arch. Roberto Spagnuolo, Amministratore Unico, Softing Srl

lunedì 4 giugno 2012

Anatomia del SI-ERC


Poiché i nostri clienti calabresi hanno ovvie difficoltà con il SI-ERC, ne abbiamo approfondito gli aspetti informatici rimanendo piuttosto sconcertati.

Innanzitutto ci aspettavamo fosse stato definito uno standard informatico dei dati, per capirci analogo a quello per il catasto. Questo perché la standardizzazione è una esigenza fondamentale dell'automazione e il problema della comunicazione telematica con la pubblica amministrazione è un problema tecnico, non solo amministrativo.

Poi siamo sconcertati dal fatto che l'iniziativa sia regionale. Come dicevamo, trattandosi di un problema di comunicazione telematica, e non solo di una formalizzazione priva di supporto tecnico come quella cartacea, uno standard nazionale è indispensabile. Non si può pensare che tra qualche tempo si abbia a che fare con 20 "standard" regionali diversi.

Un approccio simile a quello già impiegato dal catasto avrebbe potuto favorire dei sistemi di acquisizione dei dati in modo "locale" con controllo locale per inviare poi le informazioni in modo automatico ed unitario alla pubblica amministrazione.

Ci troviamo invece di fronte ad un'immissione di dati frammentaria tramite finestre di dialogo da riempire stando ad un computer collegato in rete con il timore di perdere tutti i dati, con una diagnostica stressante e soprattutto senza la possibilità che le software house producano in automatico un file di formato standard che il progettista possa poi inviare alla pubblica amministrazione.

E' chiaro dallo studio del sistema SI-ERC e del suo sviluppo che l'improvvida immissione di dati tramite dialoghi sia stata in un secondo momento, per chiara macchinosità, "rappezzata" con la possibilità di inserire dai tramite dei file in formato Excel, ma dialogo per dialogo e ciò evidentemente per non dover riprogettare l'intero sistema. Niente di più facile sbagliare a caricare uno egli innumerevoli filetti eventualmente predisposti dal progettista precedentemente.

Singolare anche il fatto che si costringa il progettista ad usare un programma commerciale prodotto da Microsoft per comunicare con una pubblica amministrazione.

Inoltre anacronisticamente il SI-ERC pretende .xls e per di più nella versione Office 97 quando perfino Microsoft ha dovuto riconoscere la necessità di utilizzare formati più aperti, ed ha sostituito dal 2007 il formato proprietario .xls con .xlsx, altrimenti noto come Office Open XML. Tale formato è tra l'altro divenuto uno standard ISO nel 2008.

Ovvio che l'uso di un formato obsoleto, e per di più binario, complica la vita a chi volesse automatizzare la procedura costringendolo a seguire con i suo lavoro l'obsolescenza del SI-ERC:

Purtroppo un circolo "vizioso", generato dalle lungaggini della entrata in vigore delle nuova normativa antisismica, ha fatto sì che la qualità dell'automazione del progetto sia sfuggita al controllo che vi era prima, per una tradizione ventennale di esperienza bruscamente recisa, e si è dequalificato il software per progettazione strutturale a livelli tali che oggi è impensabile che la software house non debba interamente prendersi l'onere di questi nuovi adempimenti inefficienti. Pare che la illogicità di certi adempimenti sia proprio occultata dal software privato che vi pone rimedio per cui il progettista non è più pienamente cosciente delle operazioni incongrue che gli sono richieste. Sarebbe interessante se per un impensabile accordo, le software house che si occupano di progettazione strutturale incrociassero le braccia. La pubblica amministrazione - non il progettista! - che farebbe? Lo capiscono che senza il nostro tramite, delle software house che operano in questo economicamente marginale settore, i loro farraginosi pensamenti e le loro assurde procedure si fermerebbero? Credo di no.

Naturalmente per i nostri clienti calabresi, oppressi da questa sciagura, stiamo già facendo qualcosa, ma chi fa software è un professionista. Ora immaginate un dentista che usa gli strumenti più innovativi per alleviare le sofferenze dei suoi pazienti e poi arriva una legge fatta da chi di odontoiatria non sa nulla e conosce solo il trapano a cinghia e gli IMPONE per legge di usare quel trapano.

Ecco: per chi fa software avere a che fare con il SI-ERC è esattamente come se, potendo usare un trapano ad ultrasuoni, fosse costretto ad usare un vecchio trapano a pedale. Lo faremo ma... turandoci il naso.

Arch. Roberto Spagnuolo, Amministratore Unico, Softing Srl
Arch. Amedeo Farello, Responsabile Sviluppo Software, Softing Srl

giovedì 19 aprile 2012

Gli allineamenti grafici (offset) in Nòlian

In Nòlian è possibile definire degli offset (allineamenti grafici) che ci permettono di gestire piccoli disallineamenti della struttura. In precedenza tali disallineamenti erano gestiti tramite rigel ottenendo però un appesantimento notevole del modello di calcolo.
La procedura di inserimento è molto semplice e si riporta nella figura seguente:

 
Resta inteso che con gli offset si considera il solo spostamento grafico senza trasporto di forze e momenti aggiuntivi. Per ottenere questi si deve procedere con l'inserimento dei rigel.

Ing. Giuseppe Pascucci, Responsabile Assistenza Tecnica, Softing Srl

giovedì 12 aprile 2012

Mini tutorial: Modellazione di un palo

Eccoci di nuovo a noi!
Questa settimana vorrei parlarvi di come si modellano i pali. Ci sono molti metodi per modellarli ma noi ci soffermeremo in modo particolare su un metodo molto raffinato che ci permetterà di calcolare anche le armature dei pali stessi.
In parole semplici si modella il palo come una trave opportunamente discretizzata. alla quale verranno poi applicate delle molle orizzontali . Nella figura 1 si illustra uno dei metodi per l'inserimento delle aste costituenti il palo.

 
Una volta discretizzato il palo e inserite le aste che lo costituiscono assegniamo i vincoli e le caratteristiche degli elementi. Vediamo il procedimento illustrato di seguito nella figure seguenti

 
Il palo è così terminato. Possiamo infine inserirlo in una struttura, ad esempio un plinto modellato con elementi piani, come se fosse un blocco con il comando da menu file “importa file sap”.


Ing. Giuseppe Pascucci, Responsabile Assistenza Tecnica, Softing Srl

lunedì 2 aprile 2012

Tavola Rotonda AIST ad "Expo Edilizia"

Lo scorso 22 marzo, AIST, Associazione Italiana Software Tecnico, ha organizzato presso la fiera di Roma, in occasione di “Expo Edilizia”, una tavola rotonda dal titolo: "Applicazione delle N.T.C. 2008 nella presentazione ed esame dei progetti strutturali". Il tema ha richiamato un vasto gruppo di professionisti.

Da alcuni anni AIST, presieduta dall'Ing. Adriano Castagnone, svolge un importante compito di sensibilizzazione e promozione del confronto tra progettisti, istituzioni e produttori di software. Softing partecipa attivamente alle iniziative di AIST, nella convinzione che tale confronto possa contribuire positivamente all'evoluzione di un mercato in cui è più che mai urgente che si concretizzi una fattiva collaborazione tra i protagonisti coinvolti.

Per me che, benchè architetto per formazione, mi occupo da circa trent'anni di sviluppo di software ed in particolare sono Responsabile dello Sviluppo Applicativo di Softing, è stato molto interessante seguire i vari interventi, soprattutto perché i relatori rappresentavano egregiamente la varietà dei soggetti coinvolti: erano infatti presenti rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture, del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, degli uffici competenti per le Regioni Lazio e Toscana, degli Ordini Professionali, dell'Università.

La discussione si è sviluppata in modo articolato, mettendo in luce da un lato le difficoltà di dialogo tra progettisti ed istituzioni in assenza di una chiara ed omogenea standardizzazione, dall'altro l'urgenza di estendere a livello nazionale, in modo ragionato e congruo, alcune iniziative a carattere locale o regionale.

Ho comunque apprezzato segnali di un maggior riconoscimento del ruolo dei produttori di software. Al momento non si parla ancora di collaborare alla redazione delle norme, ma si è colto un cambiamento in atto che si spera porti ad una sempre maggior apertura e possibilità di collaborazione.

Infine, ho avuto la netta percezione di una contrapposizione tra governi regionali e istituzioni nazionali.

La mia personale impressione è che il progressivo, generico decentramento di competenze a favore delle istituzioni locali abbia stimolato in queste ultime un certo appetito per il potere normativo. E' anche vero che sembra esistere talvolta una certa vaghezza nelle norme nazionali che di fatto impone loro di provvedere a riempire i vuoti.

Per contro, se è ovvio come le istituzioni nazionali possano non apprezzare un certo svuotamento delle loro prerogative, appare assolutamente condivisibile che desiderino mantenere il più possibile omogenee sul territorio le norme che regolano la redazione dei progetti.

Chiunque può rendersi facilmente conto che una progressiva divergenza delle norme locali rispetto a quelle nazionali, moltiplicata per venti regioni, non sia particolarmente auspicabile. Per non parlare delle circostanze che si determinano in assenza, se non di precise norme, almeno di una linea guida sufficientemente dettagliata ed universalmente riconosciuta.

Di questo si rendono sicuramente conto progettisti e produttori di software, che con questa progressiva eterogeneità (vogliamo azzardare la parola anarchia?) si trovano direttamente a convivere.

Considero l'attività dell'AIST meritoria e spero che in tempi ragionevoli essa contribuisca, in stretta collaborazione con le istituzioni, a normalizzare la situazione.

Arch. Amedeo Farello, Responsabile Sviluppo Software, Softing Srl

giovedì 29 marzo 2012

Mini tutorial: strutture a tetto

Oggi iniziamo la pubblicazioni di una serie di temi per i quali riceviamo ricorrenti richieste di assistenza. Sono temi di modellazione con i quali non tutti hanno familiarità e che, quindi, ipotizziamo possano essere di interesse per tutti.

Come modellare un tetto?
Ecco una delle domande più frequenti che i clienti mi rivolgono durante la mia attività di assistenza tecnica. Passiamo subito alla pratica facendo un piccolo esempio di struttura semplice con copertura a tetto. Modelleremo passo passo la struttura in modo da avere anche una sorta di mini tutorial riconsultabile in qualunque momento.

Modelliamo la struttura tracciando i nodi a terra con lo strumento di “generazione nodo” attivabile con un doppio click sulla icona “coordinate nodo” della palette, assegnando le seguenti coordinate con quota z=0:
Nodo 1 (x=0, y=0) , nodo 2 (x=500, y=0) , nodo 3 (x=1000, y=0) , nodo 4 (x=0, y=500) , nodo 5 (x=500, y=500) , nodo 6 (x=500, y=1000) , nodo 7 (x=1000, y=0) , nodo 8 (x=1000, y=500) , nodo 9 (x=1000, y=1000).

estrudiamo dei pilastri con l'opportuno strumento quindi tracciamo le travi con lo strumento di tracciamento degli elementi monodimensionali.


estrudiamo un nuovo piano alla quota di estradosso della trave di colmo z=230cm dalla quota del solaio

quindi abbassiamo le travi di gronda di 230cm per avere una unica trave di gronda con la funzione “sposta duplica” attivabile dal menù funzioni. Dopo aver dato l' OK selezioniamo con il lazo come in figura.

ottenendo la nostra struttura a tetto.

Assegniamo le caratteristiche delle sezioni

e quindi i carichi di peso proprio gravitazionale

e dei solai con la funzione di generazione di carico da solaio sia per il solaio del tetto che di sottotetto. Attenzione la funzione opera solo con le travi parallele e complanari.

assegnare i vincoli con la procedura della figura seguente

assegniamo le masse

Quindi selezionando il menù funzioni “generazione impalcati rigidi” ottenendo i nodi master e slave.

Arriviamo quindi a modellare il tetto come indicato


L'inserimento degli elementi piani è molto importante perché simula la rigidezza orizzontale della falda inclinata. Qualora si volesse semplificare la struttura si potrebbero utilizzare elementi asta a croce di Sant'Andrea.
La struttura è terminata. Assegneremo poi lo spettro di risposta se ci troviamo in zona sismica seguendo la procedura riportata in figura.

Avviando l'analisi dinamica la struttura verrà analizzata e sarà pronta per la visualizzazione dei risultati e per essere successivamente progettata con EasyBeam. Ma questo sarà argomento di un prossimo post.

Buon lavoro a tutti!!!

Ing. Giuseppe Pascucci, Responsabile Assistenza Tecnica, Softing Srl

mercoledì 21 marzo 2012

Quarmon, l'ambiente per la valutazione della resistenza al fuoco

All'inizio de Febbraio è stato rilasciato un nuovo ambiente per Nòlian All In One: Quarmon, finalizzato alla valutazione della resistenza al fuoco di travi e pilastri in calcestruzzo armato. Trae il suo nome dalle equazioni differenziali che governano il problema della conduzione del calore e che vanno sotto il nome di Quasi Armoniche.

Benché questo ambiente sia progettato per un uso molto lineare e semplice, esso racchiude alcuni “gioielli” dei più moderni metodi numerici. Infatti, dato il contorno di una sezione ed assegnati tramite un'apposita finestra di dialogo le condizioni al contorno (lati esposti direttamente, indirettamente, in regime adiabatico, ricoperti da strati di isolante), Quarmon:
  • costruisce automaticamente una mesh di elementi finiti della sezione e degli eventuali ricoprimenti e pertanto è dotato di un sofisticato mescher frontale
  • risolve il problema della diffusione del calore in regime transitorio tramite il metodo degli elementi finiti e quindi dispone di un elemento finito per tale problema, di un metodo skyline di fattorizzazione del sistema di equazioni e di un integratore nel dominio del tempo.
  • è in grado, ottenute le temperature, di calcolare il degrado delle caratteristiche meccaniche del materiale. Poiché tali caratteristiche variano da punto a punto e la sezione può essere sottoposta a sollecitazioni deviate, il problema della valutazione del momento e del taglio ultimo viene eseguita costruendo un modello a fibre della sezione dove ogni fibra ha le caratteristiche meccaniche del materiale in quel punto, il legame costitutivo è non lineare e viene eseguita un'analisi non lineare della sezione.
Benché Quarmon sia dedicato ad un ambito prevalentemente edile, la sua formulazione è totalmente basata sui più sofisticati metodi di analisi numerica e non su semplificazioni che non sarebbero le più adatte in un sistema computazionale.

Un piccolo grande gioiello che racchiude: un mesher frontale, un solutore ad elementi finiti del transitorio termico, una gestione a fibre della sezione per integrazione delle prestazioni flessionali ed a taglio. Tutto questo, contenuto in un ambiente semplice e compatto che consente la verifica della resistenza al fuoco direttamente sul modello generato con gli strumenti di Nòlian All In One.

Per conoscere Quarmon, più che le parole possono parlare i fatti:
  • per chi ha Nòlian All In One è sufficiente far partire l'ambiente come dimostrativo ed accedere a Quarmon.
  • per chi non ha Nòlian All In One e volesse conoscerlo, insieme a Quarmon, basta scaricare il dimostrativo dal nostro sito www.softing.it.

Arch. Roberto Spagnuolo, Amministratore Unico, Softing Srl

giovedì 15 marzo 2012

Rilasci ed aggiornamenti

Dalla versione EWS 33 il nostro software viene distribuito esclusivamente via Internet. Tra i motivi di questa scelta, che ovviamente è stata anche dettata da ragioni di ottimizzazione dei costi, tornano a vantaggio dei nostri utenti l'eliminazione dei tempi (due o tre settimane) necessari alla stampa dei CD-ROM, dei tempi di spedizione e degli inconvenienti legati alla loro occasionale scomparsa nei meandri del sistema postale.

Attualmente il nostro software viene distribuito con scadenza semestrale mediante "rilasci" semestrali che portano un numero di versione progressivo, ad esempio EWS 34, EWS 35, etc. Ogni rilascio comprende un programma di installazione per ciascuna delle nostre applicazioni, scaricabile in formato compresso .zip dall'area "Download" del sito www.softing.it .

Tra un rilascio semestrale ed il successivo vengono inoltre generalmente resi disponibili degli "aggiornamenti", in numero variabile a seconda delle esigenze contingenti, che possono comprendere l'eliminazione di un malfunzionamento o l'introduzione di una nuova funzione o il perfezionamento di una esistente. Questi aggiornamenti non vengono distribuiti sotto forma di un nuovo programma di installazione da scaricare dal nostro sito, bensì vengono scaricati ed installati in modo pressoché automatico direttamente da una qualsiasi delle nostre applicazioni.

Posto naturalmente che si disponga di una connessione ad Internet funzionante, il comando "Cerca aggiornamenti..." del menu "?" consente di verificare esplicitamente la disponibilità di eventuali aggiornamenti. Tuttavia, a partire dal rilascio EWS 35, tale disponibilità viene automaticamente controllata (ed eventualmente segnalata) dalle nostre applicazioni alla partenza.

Ogni versione del software distribuita da Softing, che si tratti di un rilascio semestrale o di un aggiornamento, è identificabile in modo univoco da un numero di "build", ad esempio "4521", indicato nella finestra che appare utilizzando il comando "Informazioni su..." del menu  "?". Il vantaggio di poter identificare con precisione ogni versione è palese e il nostro sistema di assistenza consente infatti con un comodo menu di indicare a quale versione una segnalazione si riferisca.

Naturalmente il processo di sviluppo del nostro software è continuo, e dopo l'abbandono della distribuzione basata su CD-ROM potremmo probabilmente ridurre drasticamente il numero dei rilasci, limitandoci a fornire degli aggiornamenti, ma i rilasci semestrali sono anche un modo per marcare un punto di riferimento, utile sia a noi sia ai nostri clienti.

Arch. Amedeo Farello, Responsabile Sviluppo Software, Softing Srl

giovedì 8 marzo 2012

A chi tocca?


Mentre Renzo porta i galli ad una mala sorte, essi che fanno? Litigano tra loro....

Qual è il ruolo di una software house? Nel mondo dell'ingegneria, dagli estensori della normativa al professionista, passando per gli ordini professionali, qualcuno se lo è mai chiesto?

Una software house non è una struttura che risolve in modo astratto i problema dell'utente ma è una struttura che traduce in istruzione eseguibili su un calcolatore elettronico gli algoritmi che derivano da una interpretazione delle specifiche dell'utente.

0ra, nel caso dell'ingegneria, dove sono queste specifiche?

Sono la normativa? Neanche per sogno. La normativa è una legge e come tale, seguendo i criteri della filosofia del diritto, non pretende di essere completa e quindi non pretende di essere una specifica per il software.

Le software house aiutano l'utilizzatore nell'assolvere ai dettami di normativa ma non essendo questi, specifiche del software, questo ovvio e necessario sforzo deve essere visto come uno strumento messo a disposizione dell'utilizzatore, non un'acritica rispondenza a ciò che di risposte acritiche neanche - giustamente - se ne aspetta.

Sono i dettami condivisi degli ordini professionali? Mai sentito. Latitano da una quarto di secolo su questi problemi.

Sono gli utilizzatori? Ognuno ha una sua personale, circoscritta visione delle specifiche, per i suoi problemi, per le sue tipologie strutturali, per la sua regione.

Ed allora? Allora la software house le specifiche le mette insieme da sola, non per protervia, ma per la latitanza degli altri organismi.

Non le condividiamo? Niente di male, ma dove è il punto di riferimento? Non c'è. Ed allora? Allora ogni volta che un utilizzatore o un ufficio del genio civile fanno una critica sulla scelta della software house, essi non ne sono coscienti, ma stanno solo dicendo: io non c'ero.

Le software house invece ci sono e ci sono sempre state, in prima linea e le prime a prendersi gli schiaffi che arrivano dalla latitanza delle altre parti in causa. Vogliamo far fronte comune con le software house, o vogliamo solo essere tra coloro che sanno solo dare agli altri le colpe delle proprie inadempienze?

Arch. Roberto Spagnuolo, Aministratore Unico, Softing Srl

giovedì 1 marzo 2012

Mattonelle ovunque

Negli ultimi mesi ho seguito, per ovvi motivi professionali, l'evolversi nel nuovo sistema operativo di casa Microsoft, Windows 8, il cui rilascio ufficiale sembra previsto per la fine di quest'anno.
La sua principale novità è costituita dalla nuova interfaccia "Metro", direttamente derivata da quella utilizzata da Windows Phone 7, il sistema proposto da Microsoft per i dispositivi 'mobili' (smartphone e tablet) in alternativa a Apple iOS e Google Android, con le sue ubiquitarie "tiles" (mattonelle).


Microsoft sembra voler spingere Metro con decisione, tant'è che il nuovo 'MarketPlace' per le applicazioni Windows, creato in risposta al successo degli App Store e Mac App Store di Apple,  accetterà soltanto applicazioni che supportino tale interfaccia.

Metro prevede che le applicazioni girino in sostanza sempre a tutto schermo, cosa che può essere perfino necessaria su un dispositivo con un display di ridotte dimensioni, ma che risulta abbastanza assurda su un monitor da 27 pollici. Inoltre il passaggio da un'applicazione all'altra, specialmente non utilizzando le dita su uno schermo sensibile al tocco ma un mouse, è piuttosto macchinoso.

Per non essere tacciato di partigianeria, aggiungo che Apple sta affrontando le stesse problematiche, nell'apparente tentativo di far convergere verso un unico prodotto iOS e [Mac] OS X. Direi con risultati non maggiormente apprezzabili: l'applicazione Mission Control introdotta con Lion, che presenta una griglia con le icone di tutte le applicazioni installate sulla macchina, esattamente come farebbe un iPhone, è, su un computer da tavolo e senza uno schermo "touch", semplicemente priva di qualunque utilità pratica.

Confesso, sia da sviluppatore che da utente, che questa convergenza a tutti i costi mi preoccupa. Riportare l'interfaccia utente ad una singola applicazione alla volta in luogo dei sistemi multifinestra a cui siamo ormai abituati da molti anni non mi sembra un progresso, anzi. E se è vero che è perfettamente possibile disabilitare Metro e ritrovarsi di fatto con Windows 7, mi domando quale possa essere l'incentivo ad effettuare un upgrade.

Arch. Amedeo Farello, Responsabile Sviluppo Software, Softing Srl

Analisi d'impatto della regolamentazione: chi l'ha vista?



Credo di essere il primo a chiedersi se è stata fatta un'analisi d'impatto relativamente alle nuove norme sulle costruzioni. Nel 1999, se non erro, si è deciso di fare tale analisi prima di varare una nuova legge. Mi sono chiesto quindi se si sono valutati gli effetti, che oggi si rivelano catastrofici, di varare le nuove norme tecniche in modo così scoordinato, senza linee guida per il genio civile, senza un glossario per non confondersi con la terminologia, senza degli schemi di relazioni, con tanti ripensamenti, etc.

Fattami questa domanda, che credo ogni persona di buon senso si farebbe, ho approfondito l'AIR, cioè la suddetta Analisi di Impatto della Regolamentazione. Non credo questa sia stata fatta, per le norme tecniche. Male, malissimo, soprattutto da parte di tecnici che dovrebbero essere informati sulla applicabilità di una norma. L'articolo migliore su internet sull'AIR l'ho trovato a questo indirizzo:


Naturalmente gli amanti dei luoghi comuni possono asserire che questa normativa era necessaria per salvare “vite umane” e con quest'ultima espressione ottengono l'impatto emotivo voluto per cui se uno ha dubbi diventa praticamente un assassino.

Ora chiunque sia nel settore sa che i rapporti con il genio civile sono diventati molto più difficili, che gli adempimenti richiesti sono circa quintuplicati, che l'aspetto burocratico prevale su quello dei contenuti, che è tutto da verificare che l'uso di complessi modelli matematici aumenti la sicurezza reale e che l'esasperazione del teorizzare l'ingegneria non distrugga la capacità progettuale. E sa anche un'altra cosa, che il terremoto di San Giuliano ha violato lui la norma perché lì non ci doveva essere e quindi il crollo è stato in gran parte a norma di legge, che il terremoto dell'Aquila ha messo in luce esecuzioni approssimative e concezioni progettuali infelici più che deficienze di “calcolo”. Nulla che un'equazione differenziale possa evitare.

Naturalmente l'onere di questa smagliatura è ricaduta sulle software house che in effetti sono le uniche che possono aiutare il progettista. Ma queste come possono operare? La normativa è piena di carenze gravi sotto il profilo della completezza ed inequivocità per poter essere tradotta in algoritmi. Basti pensare che ragiona quasi sempre per telai piani e mai per telai spaziali con elementi non ortogonali: in questo caso non dà mai indicazioni. Poi prescrive in certi casi dei metodi che una normativa non dovrebbe prescrivere per non limitare le possibilità di soluzioni più avanzate. Sulla muratura, ad esempio, perché non si hanno prescrizioni alternative che consentano modellazioni con elementi piani? Ci sono voluti circa venti anni perché nel progetto edile e civile entrassero le analisi ad elementi finiti ed ora con un colpo solo si torna agli anni '80? Perché una parete portante non la posso più analizzare con elementi finiti piani in quanto il modello di verifica imposto dalla normativa è sempre quello della trave inflessa? E' possibile che nessuno capisca che un modello matematico basato su formulazioni “forti” sia più affidabile di mille prescrizioni parcellizzate, discontinue, di difficile interpretazione?

L'AIST è un'ottima iniziativa che dobbiamo ad Adriano Castagnone ed a lui e agli altri soci dobbiamo la presenza dell'AIST ad alcuni tavoli ministeriali, ma la questione è che se il problema non lo si capisce non si possono certo trovare soluzioni. E vi garantisco che non si capisce il problema dello “anello debole” (come lo chiamo io) costituito dal software che collega requisiti progettuali e concezione strutturale con il cantiere, né si capisce quanto sia grave che sia debole. Se fa orrore che le software house, come fornitrici di servizi, non possano (come ad esempio i produttori di calcestruzzo) avere un “Osservatorio” presso il ministero delle infrastrutture, che chiamassero un manipolo di informatici universitari!

Un nostro utente mi fa osservare, giustamente, che oggi il processo del progetto ingegneristico si è “globalizzato” intendendo con questo che è divenuto un discorso aperto a cui tutti devono partecipare e devono poter partecipare. Ma chi ha visto gli ordini professionali tutelare gli iscritti da richieste confuse? Chi ha visto le università partecipare rendendo magari disponibili dei benchmark o degli algoritmi? Chi ha visto i progettisti prendere posizioni forti verso i maggiori oneri che gli sono stati accollati? Chi ha visto finanziamenti per lo sviluppo del software?

Facile “globalizzare” gli onori, sarebbe opportuno invece globalizzare gli oneri e che ognuno facesse seriamene la sua parte. L'impatto della regolamentazione non può essere totalmente assorbito da chi fa software e, quindi, a conferma di quanto detto in apertura: sotto il profilo dell'impatto economico questa normativa sta causando più perdite che non vantaggi.

L'immagine è stata presa dal sito: www.umsadifesa.it

Arch. Roberto Spagnuolo, Amministratore Unico, Softing Srl

giovedì 23 febbraio 2012

Normativa ed 'effetto farfalla'


L'attrattore di Lorenz non poteva mancare parlando di farfalle...

Come è noto, fu Lorenz a studiare "l'effetto farfalla" e ad usare questa immagine in una sua storica conferenza nell'ambito della teoria del caos. Ho affrontato il tema di complessità e determinismo già altrove e non voglio tornarvi sopra in questa sede. Mi sono però personalmente imbattuto in una forte dipendenza dei risultati dai dati – quindi nell' “effetto farfalla” - in un tema della normativa che detesto in modo particolare: la verifica delle strutture esistenti impiegando lo spettro elastico.

Perché detesto il metodo proposto o meglio imposto dalla normativa? Perché è inutilmente, a mio avviso, complicato e ingiustificatamente complicato. Dove c'è complicazione c'è “puzza” di farfalla, e ciò è qualcosa che chi progetta algoritmi sa molto bene. Ora, quindi, la farfalla c'è in quel metodo di verifica e vi racconto come ne ho trovata una piuttosto grassoccia e beata di esser lì in tanto ben di dio di IF, di cui tali farfalle sono particolarmente ghiotte.

Prendiamo una struttura analizzata con lo spettro elastico, verifichiamo che il metodo sia ammissibile. Ora, se l'armatura trasversale di un elemento è prossima ad un “punto di biforcazione” tanto che, cambiando il passo delle staffe di una anche piccola quantità, cambi di stato da duttile a fragile o viceversa e il metodo resti ammissibile, ecco che i metodi di verifica da adottare cambiano radicalmente. Se è fragile, si confronteranno i tagli, se è duttile, la capacità di rotazione. Ora la grassoccia farfalla del mio caso portava a coefficienti di sicurezza che variavano di circa dieci volte tra i due metodi, e la cosa era prevedibile, perché nel modello proposto dalla normativa non vi è continuità. E' un modello dannatamente discontinuo.

Quindi, i risultati hanno forte dipendenza dai dati. Nel costruire i casi-prova, si devono cercare i criticismi non la “normalità” dei comportamenti. Coloro che propongono ogni tanto casi-prova su edifici, non sono molto informati sulle metodologie di test. Quindi, è possibile costruire un caso-prova con i dati prossimi ad un punto di biforcazione e, con ciò, una anche lieve approssimazione dovuta a quei fatti inessenziali, ma con i quali si devono sempre fare i conti anche se possono inevitabilmente perturbare i dati iniziali, mi fornirà, in questo caso, una soluzione “obiettivo” del tutto inutilizzabile.

Capisco la posizione di alcuni progettisti: noi dobbiamo osservare la legge (normativa) e non criticarla. Vero, ma la mia grassoccia farfalla svolazza per dire che vi sono delle carenze metodologiche gravi nella formulazione della normativa soprattutto quando la si DEVE esaminare con quella lente d'ingrandimento che è la riduzione ad algoritmo.

Porsi queste domande non è ozioso ma rivela la distanza pericolosamente presente tra normativa e sua traduzione in sistema informatizzabile ed un caso evidente come questo è, ritengo, un elemento che può illuminare il problema anche per chi, a questi problemi, è solitamente poco avvezzo o interessato.

Arch. Roberto Spagnuolo, Amministratore Unico, Softing Srl

venerdì 17 febbraio 2012

Il pelo nell'uovo

Oppure, parafrasando una ben nota parabola, potremmo intitolare questa breve nota: “La trave nell'occhio dell'algoritmo del vicino”, dove “trave” allude alla evangelica parabola e non all'elemento costruttivo.

Immaginiamo un pilastro, una sezione del quale è soggetta ad un momento flettente intorno ad un asse, dovuto ai carichi permanenti trasmessigli da una trave e sollecitata in direzione ortogonale al primo asse, in seguito ad un evento sismico. Siamo senza fallo, in un caso di pressoflessione deviata.

Immaginiamo per semplicità e per non confonderci con i numeri, perché è la qualità del ragionamento che ci interessa e non le quantità, di avere una sezione quadrata armata ai vertici e a metà di ogni lato con barre di eguale diametro (saremmo stati molto più cattivi se avessimo usato solo barre d'angolo) . In questo nostro esempio il momento ultimo secondo gli assi principali è solo del 3% inferiore a quello a 45°. Se immaginiamo la nostra forza deviata agente appunto a 45° e pari al momento ultimo in tale direzione, avremo un coefficiente di sfruttamento pari ad uno.

Ora, le componenti secondo gli assi principali, normalizzate alla forza agente, danno luogo, nel nostro esempio, ad un coefficiente di sfruttamento paria 0.686. La normativa (formula 4.10) impone la somma dei coefficienti di sfruttamento secondo, se si vuole, le due componenti affette da un non meglio precisato coefficiente alfa. La somma, con alfa=1 è 1.33 che è maggiore di uno e quindi un momento deviato accettabile è dichiarato inaccettabile di un buon 33%!

Per chi volesse scoprire quale arcano valore di alfa condurrebbe al risultato esatto, basta ricordarsi un po' di logaritmi e si ottiene alfa = 1.66.


Non vogliamo con questo fare una critica ai dettami della normativa, ma far notare la difformità dell'impostazione generale. In fatti fondamentali, come il progetto di un pilastro, si accettano approssimazioni molto grossolane, poi si complicano le cose rendendole poco intuitive in adempimenti minori ove si persegue un'accuratezza - del tutto teorica - inferiore a qualche unità percentuale. Ci vorrebbe più uniformità e più chiarezza di metodo ed è strano come molti, di fronte al dettame oscuro ma codificato, non si facciano domande e chinino la testa,  mentre, invece, sull'osservanza scrupolosa di dettami marginali, si strappino i capelli.
 

Per non parlare poi del fatto che, agendo una forza assiale, il dominio addirittura cambia forma rivoltando completamente la... frittata.

Una domanda sorge spontanea... La normativa è forse una nuova religione per cui l'autore di un algoritmo dice all'altro che ha un travicello nell'occhio, mentre colui che lo dice, nell'occhio ha un bel tronco di castagno?

Arch. Roberto Spagnuolo, Amministratore Unico, Softing Srl

giovedì 9 febbraio 2012

Analisi sintetica dei criteri progettuali di Softing - II Parte

Nòlian All In One

La normativa oggi è "procedurale". Cioè, se ad esempio si impone un coefficiente riduttivo dello spettro di risposta, si assume implicitamente che la struttura sia eseguita con criteri tali da possedere la duttilità richiesta. In pratica, la validità della fase di analisi trova la sua conferma nella fase di progetto, un modo di procedere forse paradossale, senz'altro potenzialmente rischioso.
Non tutti si sono accorti del fatto che non si possano più gestire in modo indipendente le fasi di analisi e di progetto delle membrature, essendo (bene o male) frutto di un processo unico.

Questa asserzione metodologica sarebbe, inoltre, più condivisibile, se la nostra normativa non costringesse ad adempimenti quasi "formali" che poco si conciliano, come si è detto nel post precedente, con i metodi informatici tipici dell'analisi computazionale.

Questo legame stretto tra fasi progettuali ci ha costretto ad una operazione che avevamo voluto sempre evitare, perché in una informatica sana il "divide et impera" è un atteggiamento progettuale tipico. L'operazione è stata quella di unificare in un unico programma tutte le fasi del progetto e cioè di fondere l'analisi con il progetto delle membrature.

Oltre a ciò, ci si è posta l'esigenza di automatizzare al massimo il "processo" progettuale inteso come una serie di fasi logicamente tra loro connesse.

Molti altri programmi per l'ingegneria strutturale hanno adottato un approccio procedurale fin dall'inizio della loro storia, ottenendo tuttavia applicativi "rigidi". Una procedura è, infatti, applicabile solo in un contesto molto ben definito. Per cui, di norma, il mercato offre programmi dedicati al progetto delle sole strutture edili e solo se concepite in modo tipico.

Noi sappiamo bene che, invece, uno studio d'ingegneria non si confronta solo con problemi tipici ma con modifiche in corso d'opera, tali da giustificare, contestazioni, contenziosi e anche opere atipiche, tutti casi in cui un programma "procedurale", dedicato ad una specifica tipologia strutturale, è di scarso aiuto.

Per non incorrere in tali limitazioni, il nostro sistema esperto Quilian sovrappone il suo controllo sulle operazioni eseguite dalle varie componenti logiche solo se e quando lo si desidera. Il percorso "obbligato" in Quilian diventa un "pilota automatico", che può essere inserito o disinserito all'occorrenza.
Questo approccio coniuga l'esigenza di analisi sofisticate e di un uso articolato, con le esigenze di produttività, e porta ad uno dei programmi più sofisticati e flessibili finora realizzati. Un sistema per analisi lineari, dinamiche e non lineari che ha tutte le caratteristiche dei migliori programmi esteri ma che convive strettamente con le funzioni di post processo, che in Italia, per i fatti prima detti, risultano fondamentali.

Con orgoglio e convinzione, possiamo quindi affermare che, Nòlian All In One è un programma unico e assolutamente innovativo nella concezione del modo di affrontare il progetto strutturale automatizzato.

Si può condividere o meno la nostra filosofia, ma essa ha il pregio di essere progettualmente congruente e non frutto di compromessi. Riteniamo che in ingegneria questo sia un preciso dovere.

Arch. Roberto Spagnuolo, Amministratore Unico, Softing Srl
Arch. Amedeo Farello, Responsabile Sviluppo Software, Softing Srl

lunedì 6 febbraio 2012

Analisi sintetica dei criteri progettuali di Softing - I Parte

Perché questa nota

Nella scelta di uno strumento software per il progetto di strutture, più che un elenco di specifiche o la risposta alla consueta domanda "ma lo fa questo?", contano i criteri con cui esso viene sviluppato, perché ci consentono di valutarne più  concretamente la rispondenza alle nostre esigenze professionali.

Perciò, in occasione del rilascio di Nòlian All In One, desideriamo condividere qualche  osservazione sui criteri progettuali che applichiamo nel realizzare il nostro software.

La nostra filosofia

L'analisi e la progettazione di strutture civili su elaboratore, impiegano oggi metodi derivati esclusivamente da ricerche di alto profilo condotte nei settori dell'ingegneria meccanica ed aerospaziale. Alludiamo agli algoritmi per la soluzione rapida di sistemi di equazioni, all'estrazione degli autovalori, alla formulazione a fibre per sofisticate analisi non lineari e, ovviamente, allo stesso metodo degli elementi finiti.

Il nostro ruolo, quale produttori di software, è di rendere tali metodi disponibili al pubblico, dotandoli di una interfaccia utente concepita in modo da agevolarne il più possibile l'uso per il professionista, che non è tenuto a conoscerne in dettaglio le specifiche peculiarità ma vuole concentrare, giustamente, la sua attenzione sugli aspetti progettuali.

Il problema è trovare un giusto compromesso tra l'occultamento di certe complessità non essenziali, ed il rispetto dell'impostazione scientifica dei metodi, senza alterarne le potenzialità o ridurre la qualità dei risultati ottenuti. Non è un compromesso facile da trovare.

Softing ha sempre perseguito il mantenimento dell'integrità originale delle formulazioni rigorose dei metodi. Ciò, mentre aumenta la qualità intrinseca dei suoi prodotti, può farne diminuire l'appetibilità commerciale.

Esiste anche un altro problema: molti adempimenti, richiesti soprattutto dalla recente normativa, non sembrano pensati in modo da armonizzarsi con un approccio "informatizzato" all'ingegneria, che pure è oggi di fatto imprescindibile, bensì sembrano formulati in APERTO CONTRASTO con esso, vanificando spesso gli eccezionali risultati raggiunti da questa disciplina e a volte impedendone l'impiego. Si attua una sorta di "snaturamento" della meccanica computazionale per calarla nello stretto contenitore dell'ingegneria "pratica".

Poiché in Italia la norma ha valore di legge, si verifica uno scontro tra metodi di carattere scientifico, con tutte le loro specifiche peculiarità di impiego, e l'esigenza di una "verità inconfutabile" tipica di un sistema normativo. Si tratta di una contraddizione di base che appare insolubile.

In assenza di un'attività di ricerca ufficiale sull'argomento, che fornisca risposte consolidate e validate dall'esperienza comune, il produttore di software si trova costretto a "mediare", esercitando un'attività che non gli è propria, per colmare vistose lacune.

Nel rispetto dei metodi della meccanica computazionale, che sono gli unici a fornire garanzie di scientificità, Softing ha sempre cercato di evitare, finché possibile, di impiegare soluzioni semplificate o troppo particolari, che qualcuno ha definito efficacemente "fare con il calcolatore i calcoli come si fanno a mano".
La pretesa di automatizzare i metodi semplificati usati per i calcoli "a mano" è infatti molto pericolosa, perché tali semplificazioni sono state pensate per essere applicate con "buon senso", caratteristica di cui l'elaboratore è purtroppo del tutto sprovvisto.

Arch. Roberto Spagnuolo, Amministratore Unico, Softing Srl
Arch. Amedeo Farello, Responsabile Sviluppo Software, Softing Srl

Carichi EDGE in esportazione da INMOD

Con le ultime versioni di Nòlian, non è più necessario inserire delle travi in testa sui gusci per trasferire i carichi da solaio sulle pareti. Infatti, tali carichi vengono trasferiti direttamente sulle pareti mediante i carichi EDGE. Vediamo un esempio. La struttura in figura, modellata con INMOD, contiene una parete verticale tipo guscio su cui grava un solaio e delle tamponature che insistono sulla piastra di fondazione.


Quando si esporta in Nòlian la struttura, ottenendo il modello di calcolo, i carichi dei solai vengono trasferiti alla parete e alla platea mediante carichi EDGE, come evidenziato nelle figure che seguono.


Si riducono così in modo drastico gli elementi non necessari, semplificando e riducendo le dimensioni del modello di calcolo.

Ing. Giuseppe Pascucci, Responsabile Supporto Tecnico, Softing Srl

giovedì 26 gennaio 2012

Tesoro, mi si sono moltiplicate le password!

Dopo l'introduzione del nuovo sistema di assistenza on-line http://support.softing-fem.it nell'Aprile del 2010 e del nuovo sito www.softing.it avvenuta nel Dicembre dello stesso anno, abbiamo cominciato a ricevere telefonate di clienti disorientati dal cambio di abitudini (e di parametri di accesso) richiesto dal nuovo assetto.

Mi sembra quindi opportuno cercare di fare un po' di chiarezza sull'argomento.

Cominciamo dal sito www.softing.it che, oltre ad essere il principale veicolo di informazioni sulla nostra attività, è soprattutto il luogo dove è possibile reperire le più aggiornate versioni del nostro software.

ACCESSO AREA “DOWNLOAD”

A differenza delle altre sezioni del sito, per accedere all'area "Download" è necessario disporre  di un nome utente e di una password, che si  ottengono creando un nuovo profilo. E' necessario effettuare tale operazione soltanto una volta, cliccando su "Crea nuovo profilo" all'interno del  riquadro "Accesso utente" che appare nella colonna di destra di tutte le pagine del sito.

Dopo aver compilato tutti i campi e cliccato su "Crea nuovo profilo", riceverete una mail che vi consentirà di effettuare il primo accesso e modificare a piacere la password che il sistema vi ha assegnato automaticamente.

ATTENZIONE:  per poter ricevere il messaggio contenente i dati per effettuare l'accesso, è ovviamente necessario fornire un indirizzo e-mail valido e raggiungibile.

Qualora non riceviate la mail per il primo accesso, controllate se il vostro programma di posta non l'abbia erroneamente identificata come spam, quindi ritentate la procedura assicurandovi della correttezza dell'indirizzo che state fornendo. Se anche questa volta l'operazione non andrà a buon fine, contattateci per consentirci di provvedere a completare per voi il processo di registrazione.

In caso di smarrimento della password, è possibile richiedere l'invio automatico di una nuova mail di accesso cliccando "Richiedi una nuova password" e specificando il vostro nome utente o il vostro indirizzo e-mail.

ACCESSO AREA “ASSISTENZA”

I clienti che abbiano un contratto di assistenza attivo possono accedere alla relativa area all'indirizzo http://support.softing-fem.it  utilizzando una coppia username / password specifica, diversa da quella per l'accesso all'area “Download” del sito www.softing.it .

Questi parametri di accesso vengono forniti direttamente da Softing e non sono modificabili dall'utente. In qualunque momento abbiate bisogno di recuperarli, potete contattarci telefonicamente e richiederceli.

INSERIMENTO COMMENTI NEL BLOG


Infine, volendo commentare i post di questo blog, come ad esempio quello che state leggendo, dovreste disporre di un account Google, Twitter, Yahoo, OpenID, etc. che potete creare accedendo ai relativi sistemi.

Che ci volete fare, è la dura legge di Internet!

Arch. Amedeo Farello, Responsabile Sviluppo Software di Softing Srl.

lunedì 23 gennaio 2012

All In One... molto più di una nuova versione di Nòlian !


Il 14 e 15 Dicembre 2011 Softing ha presentato ai suoi clienti la tanto attesa nuova versione della sua piattaforma software per la progettazione di strutture, che si arricchisce non solo di nuove interessanti funzionalità ma soprattutto rende disponibile agli utenti un ambiente di lavoro integrato  in cui più moduli, dedicati alla soluzione di specifici problemi strutturali, interagiscono in modo automatico ottimizzando tempi e modi di elaborazione dei progetti.

Come ha sottolineato l'Arch. Spagnuolo, Amministratore Unico di Softing, il vantaggio di questa nuova architettura applicativa sta nel garantire la chiarezza di un ambiente “dedicato” ad un problema specifico insieme alla interoperabilità tra più ambienti che hanno di fatto molti dati in comune. L'integrità del dato e la trasportabilità delle informazioni di progetto sono garantite e ottimizzate con grande vantaggio funzionale per gli utenti.

Le due giornate di presentazione di Nòlian All In One, che hanno rappresentato anche delle ottime occasioni di aggiornamento professionale per i partecipanti, hanno visto la presenza di un gran numero di clienti, tutti professionisti del settore, molti dei quali hanno al loro attivo veramente tanti anni di proficua collaborazione con Softing in un ruolo che spesso è quasi più di partners che di clienti.

Da tanti anni Softing investe nella qualità dei propri prodotti e la fidelizzazione di molti dei suoi clienti dimostra quanto sforzo sia stato fatto nel tempo per mantenere aperto e collaborativo il rapporto con essi, cercando di andare costantemente incontro alle loro esigenze senza mai perdere di vista la normativa in continua evoluzione e l'importanza di fornire strumenti di lavoro semplici ed affidabili.

Il seminario ha rappresentato un'ottima occasione di confronto di idee e scambio di riflessioni sui temi caldi del settore, specie in relazione alle nuove normative e alle nuove sfide che si è sempre più chiamati a cogliere nel campo ingegneristico e antisismico in particolare.

Per avere maggiori informazioni sulla nuova piattaforma Nòlian All In One potete visitare il sito www.softing.it dove, tra l'altro, è possibile scaricare una versione demo del prodotto.

Nòlian All In One è un marchio registrato Softing Srl.