Il Sole 24 Ore, Giuseppe Latour intervista l'Arch. Roberto Spagnuolo e l'Ing.Paolo Segala.
venerdì 29 maggio 2015
giovedì 21 maggio 2015
CONCORSO PUBBLICO
Negli ultimi anni, sempre più
frequentemente, vado ragionando sull'impoverimento dell'ingegneria.
Impoverimento economico, ma anche culturale. La mia generazione ha
vissuto l'epoca di maestri come Nervi e Morandi, ha vissuto l'epoca
del "signor ingegnere" del "da grande voglio fare
l'ingegnere" e oltretutto l'epoca in cui la conoscenza dei
momenti flettenti in un telaio piano era vista come una manna.
Certamente siamo in un epoca di caduta
di tutti i punti di riferimento, ma i riferimenti dell'ingegneria
sono crollati. Causa prima di questa caduta è certamente il cattivo
uso del computer. Il computer può aprire nuovi orizzonti di
conoscenza ma può anche sostituirsi alla conoscenza dell'uomo. Ciò
soprattutto se la tentazione burocratica del compito
tecnico-scientifico prende il sopravvento. Mettete insieme due
elementi né buoni né cattivi in sè, usateli male, ed è disastro
assicurato.
La conferenza dell'ATE al Politecnico
di Milano (si veda il mio articolo su questo stesso blog) mi ha
stimolato nel portare avanti queste riflessioni in quanto se si è
soli a farle, può anche venire il dubbio di non essere nel giusto,
quando si vedono altri, persone che si stimano (e cito solo Paolo
Rugarli e Donatella Guzzoni) e che non sono certo gli ultimi
arrivati, che condividono certe posizioni critiche, si riprende
slancio e forze.
Mi è venuto pertanto un uzzolo che mi
pare potrebbe fare molta luce sulla vicenda: un pubblico ironico
concorso che non formulerò nei termini burocratici dei concorsi:
art. 1, art 2 ... etc fino a insindacabile giudizio, ma
semplicemente:
CONCORSO PUBBLICO
aperto a tutti, anche ai
minori non accompagnati dai genitori
per DIMOSTRARE
che nei crolli luttuosi
a seguito del terremoto a
L'AQUILA
la analisi detta
PUSHOVER
avrebbe salvato
QUALCUNO
ANCHE UNO SOLO
Sono richiesti sintetici elaborati di
calcolo che, a seguito di analisi pushover, indichino chiaramente il
rischio e che avrebbero pertanto consentito di evitarne le
conseguenze.
PREMI
chi ci riesce è bravo,
e ciò è già un premio di per sé.
Primo corollario: si
ritiene che in 12 anni dall'Ordinaza ad oggi siano stati segati
465790000000000 alberi per fornire carta quale supporto a inutili
ghirigori sulla normativa. Fare suddetti ghirigori è facilissimo.
C'è nessuno che prende dieci crolli de L'Aquila e ce li spiega come
Salvatori, ad esempio, nel suo "Perché le strutture crollano"
?
Secondo corollario: usate e fate usare
software Softing, l'unico software che ha buon gusto e senso critico,
humor e leggerezza. L'unico software che non usa il computer come
fosse una lavatrice squalificando il progettista a lavandaia, con
tutto il rispetto per le lavatrici. Il software per l'uomo che non
deve chiedere mai!
martedì 5 maggio 2015
UN CONVEGNO FUORI DAL CORO
Il mondo dell'ingegneria è strano. Vi sono persone splendide,
colte, piene di interessi. Tra i nostri amici e clienti abbiamo pittori,
cuochi dilettanti, un ottimo sommelier, un allenatore di una squadra
femminile di pallavolo. Ma quando queste splendide persone si calano nel
loro ruolo e soprattutto sono insieme, si tingono di grigio. Perdono
iniziativa ed entusiasmo. Spesso si lamentano. Poi, con noi che facciamo
software, invece di aver un rapporto tra gente che sta nella stessa
barca, e per giunta una barca stretta per tutti, si comportano spesso
con diffidenza, quasi con ostilità.
In trent'anni e più che faccio questo mestiere, salvo ovviamente i
rapporti personali, spesso splendidi, non ho avuto mai significativi
riconoscimenti per la mia posizione critica su certa ingegneria,
posizione che nasce dall'esperienza e non da preconcetti.
Bene, a rompere questa disattenzione è venuta qualche mese fa, una
telefonata. La signora Donatella Guzzoni, presidentessa
dell'Associazione Tecnologi dell'Edilizia (ATE), conoscendomi solo
attraverso il mio Il convitato di vetro, mi ha invitato ad un convegno
non per recitare il solito ruolo attribuitomi, ma mai rivestito, di
mercante nel tempio della scienza accademica dura e pura, ma per
raccontare la mia esperienza.
Ne sono stato lusingato non solo per motivi personali, ma anche
perché il tema del convegno era straordinario. Il titolo? Aspetti
taciuti della validazione strutturale. Accanto alla signora Guzzoni, il
noto pierino (indispensabile! Atene ce ne mandi altri!) dell'ingegneria,
l'Ing. Paolo Rugarli. Poiché riconosco di essere anche io un pierino,
riconosco anche che Paolo è più pierino di me. Sono quindi stato
doppiamente lusingato.
E' così noioso e banale il perbenismo ingegneristico! In tredici anni
ormai di convegni sulla "nuova" normativa ho sentito sempre le stesse
cose. Mai ho sentito delle osservazioni puntuali, precise, sistemiche.
Mugugni, magari, o tavolo per esercitare la propria vocazione ad
un'ingegneria scolastica. I coefficienti di sicurezza parziale imperano
in questi convegni. Mai problemi di fondo.
Ebbene, il convegno si è aperto con due interventi di due psicologi
cognitivisti, i professori Fabrizio Bracco dell'Università di Genova e
Maurizio Catino dell'Università di Milano-Bicocca. E' stata la prima
volta che il problema della sicurezza del progetto sua stata posta nei
termini della capacità umana, e non solo teorico-matematica, di eseguire
i compiti che l'arte del costruire richiede. I metodi impiegati nel
campo della sicurezza aerea, dal progetto alla manutenzione al
pilotaggio, nel mondo delle costruzioni edili e civili non si è neanche
sospettato possa essere utile.
L'intervento della professoressa Maria Gabriella Mulas, Politecnico
di Milano, seguito subito dopo, riguardava il crollo della scuola
dell'Aquila. Il tema sarebbe stato splendido per mostrare, cosa che
all'Aquila si è visto, che è stata soprattutto la errata concezione ed
esecuzione delle strutture a creare i maggiori danni e non la carenza di
regole.
Purtroppo la professoressa Mulas è anche perito d'ufficio nella causa
penale per il crollo della scuola per cui non ha potuto mettere a fuoco
il problema per motivi di segreto istruttorio.
In questa atmosfera molto creativa, ho svolto il mio intervento
andando a braccio come al solito, un po' perché sono un irrequieto, un
po' perché l'intervento dei professori Bracco e Catino mi aveva ispirato
delle osservazioni che mi parevano importanti. Il mio intervento è allegato in formato pdf per cui non mi ci soffermo.
Paolo Rugarli ha chiuso l'intervento con grande capacità di
comunicazione, come è solito, e con la franchezza e l'incisività che è
molto rara nel nostro ambiente. Ha espresso tutte le convinzioni e le
perplessità sui luoghi comuni delle inesistenti certezze del mondo delle
costruzioni. Piatto forte di Rugarli è la validazione.
A proposito di validazione, Paolo Rugarli ha pubblicato il primo
volume Validazione strutturale edito da EPC Editore e tale volume è
stato dato a tutti in partecipanti. Grande piacere è stato il mio nel
vedere che la ATE ha regalato il mio volume Il convitato di vetro, agli iscritti all'ATE.
Presto, credo, sul sito dell'ATE saranno reperibili gli interventi
degli altri relatori. Raccomando di non perderli perché sono
interessantissimi e fuori del coro.
In conclusione, riporto la frase d'inizio del mio intervento. Una
frase che pare e forse è un poco esagerata, ma che mi è venuta dal cuore
e, come si sa, al cuor non si comanda. Ho detto: parafrasando Neil
Amstrong, questo è un piccolo convegno per un'associazione, ma è un
grande convegno per l'ingegneria.
Spero ne seguano altri ed altri finché le norme (che poi sono
regolamenti) per l'edilizia finiranno d'essere una legge dello Stato!
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