martedì 5 maggio 2015

UN CONVEGNO FUORI DAL CORO

Il mondo dell'ingegneria è strano. Vi sono persone splendide, colte, piene di interessi. Tra i nostri amici e clienti abbiamo pittori, cuochi dilettanti, un ottimo sommelier, un allenatore di una squadra femminile di pallavolo. Ma quando queste splendide persone si calano nel loro ruolo e soprattutto sono insieme, si tingono di grigio. Perdono iniziativa ed entusiasmo. Spesso si lamentano. Poi, con noi che facciamo software, invece di aver un rapporto tra gente che sta nella stessa barca, e per giunta una barca stretta per tutti, si comportano spesso con diffidenza, quasi con ostilità.
In trent'anni e più che faccio questo mestiere, salvo ovviamente i rapporti personali, spesso splendidi, non ho avuto mai significativi riconoscimenti per la mia posizione critica su certa ingegneria, posizione che nasce dall'esperienza e non da preconcetti.
Bene, a rompere questa disattenzione è venuta qualche mese fa, una telefonata. La signora Donatella Guzzoni, presidentessa dell'Associazione Tecnologi dell'Edilizia (ATE), conoscendomi solo attraverso il mio Il convitato di vetro, mi ha invitato ad un convegno non per recitare il solito ruolo attribuitomi, ma mai rivestito, di mercante nel tempio della scienza accademica dura e pura, ma per raccontare la mia esperienza.
Ne sono stato lusingato non solo per motivi personali, ma anche perché il tema del convegno era straordinario. Il titolo? Aspetti taciuti della validazione strutturale. Accanto alla signora Guzzoni, il noto pierino (indispensabile! Atene ce ne mandi altri!) dell'ingegneria, l'Ing. Paolo Rugarli. Poiché riconosco di essere anche io un pierino, riconosco anche che Paolo è più pierino di me. Sono quindi stato doppiamente lusingato.
E' così noioso e banale il perbenismo ingegneristico! In tredici anni ormai di convegni sulla "nuova" normativa ho sentito sempre le stesse cose. Mai ho sentito delle osservazioni puntuali, precise, sistemiche. Mugugni, magari, o tavolo per esercitare la propria vocazione ad un'ingegneria scolastica. I coefficienti di sicurezza parziale imperano in questi convegni. Mai problemi di fondo.
Ebbene, il convegno si è aperto con due interventi di due psicologi cognitivisti, i professori Fabrizio Bracco dell'Università di Genova e Maurizio Catino dell'Università di Milano-Bicocca. E' stata la prima volta che il problema della sicurezza del progetto sua stata posta nei termini della capacità umana, e non solo teorico-matematica, di eseguire i compiti che l'arte del costruire richiede. I metodi impiegati nel campo della sicurezza aerea, dal progetto alla manutenzione al pilotaggio, nel mondo delle costruzioni edili e civili non si è neanche sospettato possa essere utile.
L'intervento della professoressa Maria Gabriella Mulas, Politecnico di Milano, seguito subito dopo, riguardava il crollo della scuola dell'Aquila. Il tema sarebbe stato splendido per mostrare, cosa che all'Aquila si è visto, che è stata soprattutto la errata concezione ed esecuzione delle strutture a creare i maggiori danni e non la carenza di regole.
Purtroppo la professoressa Mulas è anche perito d'ufficio nella causa penale per il crollo della scuola per cui non ha potuto mettere a fuoco il problema per motivi di segreto istruttorio.
In questa atmosfera molto creativa, ho svolto il mio intervento andando a braccio come al solito, un po' perché sono un irrequieto, un po' perché l'intervento dei professori Bracco e Catino mi aveva ispirato delle osservazioni che mi parevano importanti. Il mio intervento è allegato in formato pdf per cui non mi ci soffermo.
Paolo Rugarli ha chiuso l'intervento con grande capacità di comunicazione, come è solito, e con la franchezza e l'incisività che è molto rara nel nostro ambiente. Ha espresso tutte le convinzioni e le perplessità sui luoghi comuni delle inesistenti certezze del mondo delle costruzioni. Piatto forte di Rugarli è la validazione.
A proposito di validazione, Paolo Rugarli ha pubblicato il primo volume Validazione strutturale edito da EPC Editore e tale volume è stato dato a tutti in partecipanti. Grande piacere è stato il mio nel vedere che la ATE ha regalato il mio volume Il convitato di vetro, agli iscritti all'ATE.
Presto, credo, sul sito dell'ATE saranno reperibili gli interventi degli altri relatori. Raccomando di non perderli perché sono interessantissimi e fuori del coro.
In conclusione, riporto la frase d'inizio del mio intervento. Una frase che pare e forse è un poco esagerata, ma che mi è venuta dal cuore e, come si sa, al cuor non si comanda. Ho detto: parafrasando Neil Amstrong, questo è un piccolo convegno per un'associazione, ma è un grande convegno per l'ingegneria.
Spero ne seguano altri ed altri finché le norme (che poi sono regolamenti) per l'edilizia finiranno d'essere una legge dello Stato!

3 commenti:

  1. Caro Roberto,

    ti ringrazio per le parole gentili che so essere sincere e ben intenzionate. Ma rifletti un attimo insieme a me. La maggior parte della gente, giustamente, se pensa a "Pierino" trova Alvaro Vitali. "Pierino" non è iconoclastìa o coraggiosa e motivata denuncia, ma, con rispetto parlando, rumori fisiologici, disturbo, sostanziale superficialità. Tutte cose nelle quali io non mi ritrovo proprio, e nemmeno, credo, tu.
    Non sta a me indicare un possibile sostituto, ma Pierino mi pare fuori luogo...
    Le "classi" a cui nostro malgrado partecipiamo, non mi pare abbiano Maestri (che se ci sono stanno silenti e forse guardano altrove), ma piuttosto direi rigidi Istitutori, che probabilmente non sanno nemmeno bene quello che fanno. Ribellarsi non è da Pierini, è da persone libere e indipendenti.
    Sempre con stima
    Paolo

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    1. Caro Paolo, ho ragionato con te ma la genesi del Pierino non mi trova d'accordo. Il pierino nobilissimo e classico è quello di Pierino e i Lupo di Prokof'ev! Se preferisci, dirò Gian Burrasca. Entrambi personaggi che "ridendo castigant mores" ! E non erano forse indipendenti i Pierini e i Gianni? Caspita se lo erano! Viva Pierino!
      Con ancora più stima
      Roberto

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    2. Poiché desidero sgombrare la mente di chiunque dal sospetto anche più remoto che io abbia potuto usare il personaggio di Pierino in modo men che rispettoso ed anzi ammirativo, citerò anche Pierino Porcospino di Hoffmann e soprattutto Pierino Pierone che le fa di tutti i colori alla strega Bistrega, per finire con il toast fritto del Herry's bar chiamato appunto Pierino. Che buono!
      Roberto

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