mercoledì 29 ottobre 2014

RIFLESSIONI FILOSOF....TWARE

La ormai non più "nuova" normativa ha cambiato le carte in tavola. Non diciamo poi che, poiché gli unici finanziamenti per la ricerca sono nel settore dell'antisismica, ora schiere di postulanti se ne inventano di tutti i colori per non farci cadere le case in testa, nessuno pensando a mostrare come si deve costruire meglio, ma tutti pensando solo a scrivere teorie che con la pratica del problema hanno poco o nulla a che fare. Gli ordini professionali avrebbero dovuto saltare sulla sedia. Nulla. Gli adempimenti calcolistici per il progettista si sono quintuplicati. Niente. Tutto tace. 


(Giorgio De Chirico, Il Pensatore, 1973)

Il software tradizionalmente maggiormente orientato, per storia e convinzione, a fornire strumenti decisionali per il progettista, si è dovuto riconvertire rapidamente in uno strumento ad alta e spesso automatica produttività, emarginando il ruolo del progettista che da decisore è divenuto un controllore dei tabulati ad un solo fine: non avere rogne con il Genio Civile.

Quindi, restando nel tema, molti nostre realizzazioni software sono state riviste sotto il profilo della produttività tentando di non perdere con questo quella nostra convinzione che il software per l'ingegneria è uno strumento per decisioni consapevoli e non uno strumento buro-calcolistico. Ciò ci ha impegnato non poco in questi ultimi anni, ma siamo convinti di aver fatto un buon lavoro. I nostri programmi sono un equilibrato sistema di progetto che copre quasi tutte le esigenze del progettista e nello stesso tempo offre una controllata, ragionevole produttività.

Potevamo scegliere di ridurre la libertà di chi opera per migliorare la produttività. Non lo abbiamo fatto e questo è costato lavoro ma siamo convinti ne sia valsa la pena!

Altro elemento di riflessione lavorando al progetto di ElWood. Gli aspetti di calcolo sono quanto mai legati alla normativa in quanto, trattandosi di legno, vale più la pratica della grammatica, cioè un approccio empirico. E' abbastanza singolare che poi, dimenticato che i dati e i metodi derivano da pratiche sperimentali, si cerca la famosa quarta cifra decimale. Dicevamo, quindi, come nel caso del legno non si possano impiegare modelli matematici dove il calcolo elettronico consente di ottenere fantastici e innovativi risultati. Si ha una collezione di formule che possono affrontarsi con una calcolatrice o con un foglio di calcolo. Che si affidi dunque l'esecuzione dei calcoli ad un software di struttura logica complessa è forse una strada non delle più felici. In certi casi si dovrebbe avere il coraggio di non esagerare. Però entra in gioco un'altra esigenza: la produttività. Infatti la richiesta di documentare il progetto tramite calcolazioni è divenuta una sorta di mania ed il progettista deve sfornare queste sfilze di numeri. E' utile? Non sappiamo. Chi scrive è della vecchia guardia quando i calcoli si copiavano su carta lucida per essere riprodotti eliograficamente e pertanto la logica era quella di documentare il processo e noni singoli dati che potevano benissimo essere desunti per analogia e per comparazione. Questa impostazione un po' delirante sposta l'attenzione del progettista dalla valutazione del numero come ausilio alla decisione, al "culto" del numero. Quindi vi è una richiesta di dati intermedi, di valori poco significativi che fanno perdere la propensione tipica dell'ingegnere a trovare soluzioni pratiche e plausibili. Vi è uno spostamento dal cantiere alla scrivania. Chi scrive, come si è detto, proviene da diverse esperienze culturali e continua a cercare le proprie soddisfazioni culturali solo quando si può mettere il numero accanto alla realtà del fenomeno per poter confortare e confrontare l'uno con l'altro. Senza questo "faccia a faccia" il numero significa ben poco per il progetti ingegneristico.

Quindi è abbastanza singolare rendersi conto che per ElWood ci è voluto un grandissimo lavoro che consentisse di gestire con semplicità delle formule di una banalità sconcertante che però devono fornire una quantità di dati enorme per esigenze più burocratiche che progettuali.

Roberto Spagnuolo

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