Negli ultimi mesi ho seguito, per ovvi motivi professionali, l'evolversi nel nuovo sistema operativo di casa Microsoft, Windows 8, il cui rilascio ufficiale sembra previsto per la fine di quest'anno.
La sua principale novità è costituita dalla nuova interfaccia "Metro", direttamente derivata da quella utilizzata da Windows Phone 7, il sistema proposto da Microsoft per i dispositivi 'mobili' (smartphone e tablet) in alternativa a Apple iOS e Google Android, con le sue ubiquitarie "tiles" (mattonelle).
Microsoft sembra voler spingere Metro con decisione, tant'è che il nuovo 'MarketPlace' per le applicazioni Windows, creato in risposta al successo degli App Store e Mac App Store di Apple, accetterà soltanto applicazioni che supportino tale interfaccia.
Metro prevede che le applicazioni girino in sostanza sempre a tutto schermo, cosa che può essere perfino necessaria su un dispositivo con un display di ridotte dimensioni, ma che risulta abbastanza assurda su un monitor da 27 pollici. Inoltre il passaggio da un'applicazione all'altra, specialmente non utilizzando le dita su uno schermo sensibile al tocco ma un mouse, è piuttosto macchinoso.
Per non essere tacciato di partigianeria, aggiungo che Apple sta affrontando le stesse problematiche, nell'apparente tentativo di far convergere verso un unico prodotto iOS e [Mac] OS X. Direi con risultati non maggiormente apprezzabili: l'applicazione Mission Control introdotta con Lion, che presenta una griglia con le icone di tutte le applicazioni installate sulla macchina, esattamente come farebbe un iPhone, è, su un computer da tavolo e senza uno schermo "touch", semplicemente priva di qualunque utilità pratica.
Confesso, sia da sviluppatore che da utente, che questa convergenza a tutti i costi mi preoccupa. Riportare l'interfaccia utente ad una singola applicazione alla volta in luogo dei sistemi multifinestra a cui siamo ormai abituati da molti anni non mi sembra un progresso, anzi. E se è vero che è perfettamente possibile disabilitare Metro e ritrovarsi di fatto con Windows 7, mi domando quale possa essere l'incentivo ad effettuare un upgrade.
Arch. Amedeo Farello, Responsabile Sviluppo Software, Softing Srl
forse i programmatori di microsoft hanno capito che passiamo molto tempo dietro alle scrivanie e vogliono tenerci in forma con la ginnastica da fare per toccare lo schermo dalla sedia della scrivania
RispondiEliminaUtilizzare un computer tramite l'interazione con oggetti grafici di semplice e rapida intuizione è un concetto "vecchio" di oltre 30 anni. Il diffondersi di nuovi strumenti (e qui tengo a precisare!) multimediali portabili e utilizzabili direttamente tramite le dita delle mani influenza inevibilmente l'ambiente classico di "desktop enviroment". Tuttavia a mio avviso la metafora della scrivania nell'ambito professional rimane il modo migliore di utilizzare un elaboratore. Questo per una semplice ragione i software sono proggettati per essere utilizzati con il mouse: punta,clicca trascina, permettendo di riassumere molti comandi in PICCOLE icone. Nòlian è un ottimo esempio che non tradisce le sue origini (APPLE).
RispondiEliminaRitornando al post, non mi piace l'approccio Microsoft molto superficiale e confusionario (come al solito), ma al tempo stesso Apple non penso che sia riuscita a tirar fuori il genio dalla bottiglia.
P.S. Una domanda per la Softing, so benissimo che avete lavorato molto su Nòlian AIO ma un ritorno alle origini? Un bel Nolian AIO multipiattaforma.
Può darsi che il condizionamento sia inevitabile, visti i numeri del mercato attuale, così sbilanciati a favore dei tablet. Forse in Apple si pensa di avvicinare al Mac qualche utente iOS e in Microsoft di sfruttare il predominio sul desktop per risollevare le sorti della piattaforma "Phone", ma chissà perché speravo che l'avessero vinta ergonomia e produttività.
EliminaInvece vincono i numeri del mercato.
EliminaC'è anche la possibilità di uscire da queste logiche ed intraprendere una coraggiosa strada: realizzare un software multipiattaforma con una versione per linux (ad esempio UBUNTU) che da una maggiore possibilità di personalizzazione.
RispondiEliminaPer rispondere sia a Quantum che a Giordano, supportare sistemi operativi multipli avrebbe un costo notevolissimo. A proposito, in parte lo facciamo già: ogni nuova versione di Windows fa smettere di funzionare qualcosa che per anni ha girato come un orologio e ci costringe a riscrivere parti del codice.
EliminaI framework multipiattaforma (per semplificare, le librerie deputate alla gestione dei servizi di base di un'applicazione) si contano sulle dita di una mano e il più gettonato tra essi, Qt, è di recente entrato in una fase dal futuro incerto a causa delle vicissitudini finanziarie di Nokia che, non vorrei sbagliare, lo ha ceduto (sgradito al nuovo partner Microsoft?).
Per un'azienda come la nostra, che non ha la capitalizzazione di Apple o Microsoft e si confronta con un mercato di proporzioni esigue e per di più in grave crisi, investire una tale mole di risorse in questa direzione non sarebbe coraggioso, ma francamente incosciente.
E' infine una questione di base installata: su 100 ingegneri, quanti effettivamente adoperano un Mac o Linux per l'attività lavorativa? E se Apple sta vivendo un momento molto felice, Linux, anche nella sua ultima incarnazione Ubuntu, non pare destinato a sfondare sui desktop. Ogni paio d'anni spunta quella che dovrebbe essere la "killer distribution", ma il fatto è che la posta in gioco è grossa e i grandi nomi non si lasciano scippare così facilmente il mercato.
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EliminaIo sono convinto che Linux o Mac sono scelte che non può permettersi un normale studio professionale.
EliminaLa diffusione di Windows e il gran numero di programmi professionali e che girano su questo sistema lo rendono di fatto una scelta standard.
L'idea lanciata è solo una provocazione in risposta ad un futuro(quello delle mattonelle) di cui nessuno sentiva il bisogno e quindi una scelta coraggiosa come quella dell'open source svincola da questo sistema.
Poi non sono così esperto da conoscere tutti i risvolti che stanno dietro la creazione di un software e quindi capisco che chi deve affrontare questi problemi deve fare scelte strategiche difficili.
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